Bosnia Erzegovina

I luoghi


Sarajevo, la “Gerusalemme dei Balcani”. Lezione (in parte) inascoltata di convivenza e dialogo tra popoli e religioni: a pochi metri di distanza la moschea principale, l’antica sinagoga sefardita, la cattedrale ortodossa e quella cattolica. La città, rinata dai quasi quattro anni di assedio, il suo fermento culturale attraverso la miriade di festival e manifestazioni di ogni genere, il fermento della propria società civile.



Prijedor, segnata nel 1992 dalla pulizia etnica e dalla presenza di campi di concentramento. Conosciuta oggi come “la città del ritorno”, grazie a numerosi bosniaci musulmani rientrati in città. La forza dei suoi giovani, che si organizzano in associazioni civiche, culturali, artistiche per dare un senso al crescere e al vivere nel luogo delle proprie radici chiudendo le porte all'odio. Qui la comunità trentina ha coltivato negli ultimi vent'anni forti relazioni di cooperazione comunitaria, adottando la comunità e vegliando sulla sua ripresa.


Mostar, la città-ponte per eccellenza tra mondi, civiltà, culture, ... E’ forse per questo che lo Stari Most, il Ponte vecchio, è stato distrutto con tanta ferocia dall’esercito croato il 9 novembre 1993. Un simbolo da cancellare per chi - nella guerra jugoslava - ha puntato sull'annientamento dei simboli del dialogo e della convivenza (i ponti, ma anche le biblioteche). Oggi lo Stari Most è stato ricostruito, i ragazzi si tuffano di nuovo nelle verdi acque della Neretva, ma la città è ancora divisa e lacerata. Il ponte, ora, non unisce più.