Katharine Gun è nata nel Regno Unito ma è stata cresciuta dai suoi genitori britannici a Taiwan.
Dopo avervi trascorso la sua infanzia, Gun si trasferisce in Inghilterra per studiare giapponese
e cinese alla Durham University. Una volta finiti gli studi ha avuto qualche difficoltà nel trovare
lavoro come linguista ma in seguito ad un annuncio pubblicato sul giornale dal GCHQ (Government
Communications Headquarters) si candida e viene assunta dall'omonima compagnia.
LAVORO E MAIL
Svolgendo regolarmente il proprio lavoro da traduttrice (Mandarino-Inglese), il 31 Gennaio 2003, Katharine riceve una mail sospetta.
Frank Koza, il mittente, capo del personale della divisione "obiettivi regionali" della National Security Agency,
in cui richiede di partecipare ad un'azione di spionaggio nei confronti di 6 paesi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con
lo scopo di ricattarli attraverso le informazioni ottenute e portarli a votare a favore della risoluzione che autorizza
l’invasione dell’Iraq; violando così le Convenzioni di Vienna che regolano i rapporti diplomatici tra le nazioni.
COSA FA
Dopo aver letto la mail e averci riflettuto, Katharine la inoltra ad un conoscente che a sua volta la fa pubblicare
sulla prima pagina di The Observer. Dopo che l’informazione viene divulgata Katharine viene interrogata e dopo qualche giorno ammette
di essere stata lei la whistleblower.
IL CASO
Katharine viene accusata di aver violato gli atti di segretezza, il caso diventa nazionale e molti attivisti
appoggiano la Gun. Il caso viene affrontato in tribunale il 25 Febbraio 2004 e viene chiuso entro 30 minuti
perché l’accusa si rifiuta di fornire prove. Il vero motivo per cui l’accusa chiude il processo non è chiaro
ufficialmente ma la pubblica opinione crede che sia successo per mantenere segrete informazioni nazionali senza
le quali Katharine non avrebbe potuto avere un procedimento penale equo.